fbpx
Utilizziamo cookie per assicurarti una migliore esperienza sul sito. Utilizziamo cookie di parti terze per inviarti messaggi promozionali personalizzati. Per maggiori informazioni sui cookie e sulla loro disabilitazione consulta la Cookie Policy. Se prosegui nella navigazione acconsenti all’utilizzo dei cookie.
 

FAQ

Dubbi? Perplessità? Chiedi a Fiammetta, il nostro esperto al tuo servizio.

Di seguito alcune delle domande più frequenti che ci vengono poste in ambito di protezione passiva dal fuoco.
Perché ci si deve proteggere dal fuoco?
Le norme nazionali ed europee riguardanti i prodotti da costruzione pongono in primo piano come requisito essenziale la sicurezza nel campo della prevenzione incendi.
Quando si parla di protezione dal fuoco, ci si riferisce a tutti quei provvedimenti che mirano a contenere al minimo i danni prodotti da un incendio, in modo da limitarne le conseguenze.
Questi provvedimenti posso essere raggruppati in due grandi categorie: La protezione attiva che classifica tutte quelle misure di protezione che richiedono l’azione dell’uomo o l’azionamento di un impianto (vedi ad esempio impianti sprinkler, dispositivi d’allarme, estintori). La protezione passiva che ha invece come obiettivo la limitazione degli effetti dell’incendio al fine di consentire l’evacuazione e la messa in sicurezza di persone e beni e questo per un determinato periodo di tempo. La normativa indica questa prescrizione con la sigla R.E.I. accompagnata da un numero indicante i minuti richiesti.
 
 
Cos'è l'intumescenza?
A temperature oltre 200 - 250 C°, sulla superficie degli elementi di acciaio, legno, calcestruzzo protetti con pittura intumescente si ha la formazione di uno strato di schiuma carboniosa molto compatta, di volume molte volte maggiore dello spessore secco della pittura applicata. Essa ha la funzione di bloccare il passaggio del calore per un periodo di tempo (espresso in minuti primi di resistenza al fuoco) tale da evitare che l’aumento di temperatura conseguente all’incendio raggiunga il cuore dell’elemento, provocando la deformazione ed il conseguente crollo della struttura. Caratteristica fondamentale delle pitture intumescenti Amonn è l’ottimale rapporto tra spessore di pittura applicata ed intumescenza sviluppata.
 
 
Cosa significa la sigla REI?
La normativa definisce con la sigla REI la resistenza al fuoco, ossia la capacità di una costruzione, di una parte di essa o di un elemento costruttivo, di mantanere per un tempo prefissato:
R: STABILITA' - l'attitudine a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco e viene richiesta in caso di elementi strutturali.
E: TENUTA - l'attitudine a non lasciar passare nè produrre, se sottoposto all'azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto
I: ISOLAMENTO TERMICO - l'attitudine a ridurre la trasmissione del calore

Nella protezione passiva dal fuoco, la normativa può contemplare una o più specifiche contemporaneamente.
Per esempio:
R 45 La stabilità, o più comunemente definita resistenza, al fuoco viene indicata con la lettera R accompagnata dai minuti
per i quali deve garantire l’efficacia (in questo caso 45’).
REI 90 – Quando alla resistenza si accompagnano i requisiti E ed I la richiesta diventa REI, sempre seguiti da un numero indicante la richiesta di durata in minuti, in questo caso 90’.
EI 120 – Nel caso di elementi separanti non portanti, come ad esempio murature in locali caldaia, la richiesta riguarda semplicemente la tenuta e l’isolamento termico contraddistinti dalla sigla EI, sempre accompagnati dalla durata in minuti, in questo caso sono 120’.
 
 
Quanto dura una vernice?

E’ pensiero comune ritenere che i prodotti reattivi (vernici intumescenti) impiegati a protezione delle strutture ai fini della resistenza al fuoco, abbiano un limite di validità temporale oltre il quale il ciclo debba essere rifatto. Questa errata concezione porta spesso a scartare tale soluzione tecnica, preferendone altre, quali ad esempio intonaci o lastre antincendio.
Per inciso, oggigiorno l’unico riferimento normativo che indica una durata massima temporale di 5 anni dal momento dell’applicazione del ciclo è il D.M. 6/3/92 “Norme tecniche e procedurali per la classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei prodotti vernicianti ignifughi applicati su materiali legnosi”.
ATTENZIONE, questa specifica riguarda solamente i prodotti vernicianti di classe 1 di REAZIONE al fuoco (secondo classificazione italiana), non prevista invece in ambito di classificazione europea. (n.d.a.)
Quindi nulla a che vedere con i prodotti vernicianti impiegati nel campo della RESISTENZA al fuoco.

E’ utile pertanto chiarire alcuni aspetti:
1. Un ciclo intumescente non perde di efficacia ed efficienza nel tempo, le prestazioni permangono tali a meno di problematiche connesse ad agenti terzi, come infiltrazioni d’acqua, urti o quant’altro possa causare un danneggiamento. In questi casi si dovrà intervenire con ripristini localizzati.
2. È opportuno prevedere controlli periodici ed adeguati piani di manutenzione, analogamente a quanto previsto in altri ambiti. A tal proposito il fornitore del prodotto mette a diposizione del professionista una serie di “strumenti tecnici” o per meglio dire “linee guida” utili ad adempiere a ciò, fornendo inoltre indicazioni e supporto in fase di asseverazione.
3. Durata o durabilità? Non è possibile definire un valore di “durata” in termini assoluti, si indica invece una “durabilità”, intesa come tempo intercorrente fra l’applicazione ed il primo importante intervento di manutenzione. Per le vernici intumescenti si indica una vita utile presunta minima di 10 anni, a condizione che vengano rispettate le istruzioni del produttore per l’installazione e la manutenzione. Le indicazioni di vita utile non vanno interpretate come “garanzia”, la durabilità pertanto va intesa come un’indicazione utile nella stesura di un programma di manutenzione.

In conclusion, in base alla nostra pluriennale esperienza, se le strutture trattate sono poste in interno e non sono state oggetto di particolari aggressioni meccaniche o chimiche e sono state oggetto della manutenzione prevista, la durabilità andrà ben oltre quella minima arrivando ad equiparare quella della vita utile della struttura su cui la vernice è stata applicata.


 
 
Che differenza c'è tra reazione e resistenza al fuoco?
La reazione fa parte di tutte quelle misure di sicurezza e prevenzione attuate per ridurre la probabilità di incendio nella fase di innesco, mentre si parla di resistenza quando l'incendio è già scoppiato, e bisogna garantire che le strutture resistano per il tempo necessario all'evacuazione dell'edificio ed allo spegnimento dell'incendio. Es.: se dobbiamo ignifugare delle sedie parliamo di reazione al fuoco, perché lo scopo della vernice è quello di impedire che la sedia sia un possibile materiale di innesco. Mentre se dobbiamo ignifugare delle travi portanti in legno, è necessario garantire la tenuta delle travi per il tempo necessario affinché si attivino le squadre antincendio e si mettano in salvo le persone.